Comunicato stampa del 27-07-2020

Anche l’Associazione “Mamme per la Salute e l’Ambiente Onlus Venafro” di Venafro tra firmatari

DL “#Semplificazioni“. Dossier di 160 associazioni e comitati nazionali e locali da tutta Italia “È attacco a partecipazione dei cittadini, V.I.A., clima e bonifiche da Taranto a Gela, da Mantova a Bussi, da Brindisi a Venezia e decine di altri siti”

Appello ai parlamentari, ecco 34 proposte emendative per migliorare concretamente le
procedure e renderle efficaci ed efficienti per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente.

“Il DL Semplificazioni contiene norme che ritardano o addirittura annullano le bonifiche dei siti inquinati, dimezzano i tempi già oggi molto risicati per la partecipazione dei cittadini nelle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, favoriscono le opere “fossili” in piena emergenza climatica, moltiplicano le poltrone con l’istituzione di una seconda commissione VIA nazionale”: 160 associazioni e comitati di livello nazionale,
interregionale e locale da 18 regioni hanno inviato a tutti i parlamentari un corposo dossier dal titolo “Decreto Semplificazioni, così sono devastazioni” con l’analisi “comma per comma” e 34 proposte di emendamento del Decreto Legge “Semplificazioni” varato alcuni giorni fa dal Governo e ora approdato in Senato per l’avvio dell’iter di conversione in legge.

Clima
Sotto il paradossale ma accattivante titolo “Semplificazioni in materia di green economy” il Dl Semplificazioni
introduce norme che favoriscono le opere “fossili” come i nuovi gasdotti. Ad esempio gli articoli che fanno
venire meno i diritti, costituzionalmente protetti, degli usi civici. Si semplificano anche i rifacimenti; essendo la
vita tecnica media di un gasdotto di 50 anni, vuol dire ipotecare il futuro visto che nel 2070 evidentemente
dovremo usare ancora le fossili alla faccia dei cambiamenti climatici.

Valutazioni Ambientali
Invece di scommettere sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, si tagliano pesantemente i termini per
poter presentare osservazioni ai progetti sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale per il loro
potenziale impatto sulla salute e sull’ambiente di intere comunità. Prima del decreto se un’azienda avesse
voluto realizzare una raffineria o un pozzo di petrolio i cittadini avrebbero avuto 60 giorni di tempo per
accorgersi dell’esistenza del progetto, esaminare la documentazione costituita da centinaia di elaborati tecnici
di migliaia di pagine e scrivere le osservazioni. Tempi già molto risicati.
Se il Parlamento confermerà il testo varato dal Governo, i tempi saranno addirittura dimezzati, scendendo a soli
30 giorni, assolutamente insufficienti per i volontari per difendere i propri diritti in considerazione dell’impatto che
queste opere possono avere sulla qualità della loro vita. Per le procedure regionali, che riguardano cave,
discariche, impianti chimici ecc si scende da 60 giorni a 45, con il paradosso che per progetti di carattere
regionale si avrà più tempo rispetto ai progetti di potenziale impatto nazionale. Questo la dice lunga su chi si
intende favorire e, cioè, le grandi imprese nazionali e multinazionali.
Questi i nuovi termini:
-nella verifica di Assoggettabilità a V.I.A. da 45 giorni a 30;
-nella V.I.A. “normale” restano 60.
-nella V.I.A. nazionale tramite conferenza dei servizi simultanea, procedura che il Governo vuole
espressamente favorire, da 60 a 30 giorni;
-nella V.I.A. regionale si passa da 60 a 45 giorni.
Interessante notare che si preferisce colpire i diritti dei cittadini e non i dirigenti inefficienti. Il vero problema della
V.I.A. nazionale sono i 30 giorni da togliere alle associazioni per esaminare i progetti oppure la burocrazia
ministeriale che tiene le carte ferme nei cassetti per anni? Come mai non vi è alcuna norma che attacchi i
dirigenti su merito e responsabilità? Eppure basta andare sul sito del Ministero e prendere un qualsiasi progetto
per verificare dove sono i tempi morti.
Diversi codicilli, poi, erodono in molteplici casi l’efficacia della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale,
dalla realizzazione delle indagini archeologiche che potrà essere fatta “a posteriori”, quando la Direttiva comunitaria impone di accertare preventivamente proprio con la VIA l’impatto sul patrimonio culturale, ai rifacimenti di impianti, al potenziamento delle opere stradali, ferroviarie e idriche esistenti.
Nel Decreto sono state introdotte norme che eludono la direttiva comunitaria sulla Valutazione Ambientale Strategica, in particolare per le opere in variante ai piani già approvati: ci chiediamo a questo punto perchéprodurre piani se poi si possono fare tranquillamente deroghe “in automatico”.
Paradossalmente, le “semplificazioni” portano alla moltiplicazione dei possibili percorsi amministrativi di valutazione, come ad esempio quello aggiuntivo confezionato per le opere del PNIEC (il Piano Clima – Energia
che a dispetto degli slogan è basato su opere fossili come gasdotti e centrali a metano) e alla moltiplicazione
delle “poltrone” con il varo di una seconda commissione V.I.A. che affiancherà quella già esistente, per la cui
nomina ci sono voluti oltre due anni.
Insomma, tutte norme che cercano di rendere la procedura di V.I.A. un mero orpello, un timbro in più da mettere
quanto più velocemente sui progetti, svuotandola del suo significato originario fissato dalla Direttiva comunitaria
che la istituisce: la valutazione dei reali impatti su salute dei cittadini e ambiente dei progetti.
Bonifiche
Con l’articolo 53 comma 4 quater può, nei fatti, venire addirittura meno la bonifica delle acque
sotterranee, una vera e propria emergenza del paese con le falde contaminate da sostanze tossiche o
cancerogene con concentrazioni spesso decine di migliaia di volte superiore ai limiti di legge. La norma prevede
infatti per le aziende responsabili di poter ottenere il certificato di avvenuta bonifica anche per il solo suolo
qualora si dimostri che l’acqua inquinata non lo influenzi, con contestuale svincolo delle garanzie finanziarie che
gli inquinatori devono versare per assicurare che le attività di ripristino siano effettivamente svolte anche in
caso, ad esempio, di fallimento dell’azienda.
Tolta pure la deterrenza economica diventa un tana libera tutti per i grandi inquinatori delle acque
sotterranee, un vero e proprio incentivo a non bonificare che, tra l’altro, varrà per i grandi gruppi che hanno
inquinato, visto che si applica solo ai Siti Nazionali di Bonifica e non già agli altri siti contaminati “normali”. Un
vero e proprio paradosso, insieme agli ulteriori passaggi degli articoli in cui, richiamando esclusivamente
l’applicazione del solo articolo 242, quello relativo alle procedure ordinarie, si esclude per i Siti Nazionali di
Bonifica l’applicazione delle procedure semplificate introdotte nel 2014 con l’art.242bis proprio per velocizzare
le bonifiche ripulendo tutto senza ricorrere all’analisi di rischio che porta lungaggini e bonifiche più blande (ma
meno costose!).
Per quanto riguarda i Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche, cioè le aree più inquinate del paese non
si procederà più, come si fa oggi, direttamente alla caratterizzazione delle aree – ossia il delicato e stringente
processo di ricostruzione della contaminazione avvenuta – dando per scontato che per i terreni e le acque
sotterranee dell’Ilva a Taranto, di Bussi, di Gela, di Falconara e di decine di altri siti devono essere prese
precauzioni molto più stringenti all’altezza dei problemi. Con l’art. 53, invece, si rende possibile agli
inquinatori di partire presentando invece della caratterizzazione una più semplice e blanda
“indagine preliminare”, come avviene per un sospetto di inquinamento in qualsiasi altra area del paese.
Come se una raffineria fosse una pompa di carburante, insomma!
Si aggiungono così ulteriori lungaggini e un passaggio burocratico in più, con un Ministero dell’Ambiente che è
già vergognosamente indietro con le procedure per bonificare questi luoghi. Il ruolo del Ministero sempre di più
ci sembra quello dello stopper delle bonifiche, con risparmi miliardari alle aziende che hanno inquinato. Anche in
questo caso, invece di chiedere conto ai dirigenti e alle aziende per i ritardi si scarica tutto sui cittadini e sulla
loro salute.
Il DL andrà ora in Parlamento per la conversione in legge. Abbiamo preparato 34 emendamenti per confermare
il nostro approccio propositivo, sia per abrogare gli articoli e i commi che sono veri e propri regali agli inquinatori
sia per suggerire l’introduzione di norme, alcune delle quali già operanti da anni in alcune regioni, che rendano
le procedure di bonifica e di valutazione ambientale realmente efficaci ed efficienti e che rafforzino la
cooperazione tra i diversi livelli dello Stato. La partecipazione dei cittadini, la trasparenza e la tutela della salute
sono i capisaldi; se il DL rimarrà invariato troveranno pronti alla mobilitazione le realtà firmatarie di questo
comunicato per difendere territori e cittadini.

ALLEGHIAMO IL DOSSIER E IL DOCUMENTO CON I 34 EMENDAMENTI.

PRIME ADESIONI

ORGANIZZAZIONI NAZIONALI
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Fairwatch
Campagna “Per il Clima, Fuori dal Fossile”
Rete Mamme da Nord a Sud
Coordinamento Nazionale No Triv
Attac Italia
Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi Free Rivers Italia
Altragricoltura, Alleanza per la Sovranità Alimentare
Peacelink
Ass. A Sud Onlus
Rete Legalità per il clima
Disarmisti Esigenti
Associazione Mediterranea per la Natura Onlus
Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus
Medicina democratica Onlus
Organizzazione di Volontariato per la difesa diretta della flora e fauna acquatica Care The Oceans
Associazione Antimafie Rita Atria
Rete Commissioni Mensa Nazionale
Cobas Confederazione dei Comitati di Base
Salviamo L’Orso
Transform! Italia
Redazione emergenzaclimatica.it
CSEN Ambiente
Gruppo di studio Assemblea popolare permanente per la difesa delle falde acquifere
Forum Ambientalista
COMITATI INTERREGIONALI
Viviamo il Liri – Comitato a difesa del Fiume Liri – Abruzzo-Lazio
Emidio di Treviri – Gruppo di ricerca sul post terremoto dell’Appennino centrale
Comitato per il Territorio delle Quattro Province
TRENTINO ALTO ADIGE
Ambiente e Salute Bolzano
FRIULI
No all’Incenerimento Sì al Riciclo Totale di Rifiuti -Fanna (PN)
PIEMONTE
Non Una di Meno di Alessandria
Comitato Stop Solvay di Alessandria
Associazione mamme in piazza per la Libertà di Dissenso
LOMBARDIA
Ass.eQual Mantova
Comitato per la Salute, la Rinascita e la Salvaguardia del Centro storico di Brescia
Mamme Castenedolo Brescia
Mamme Contro l’inceneritore di Mantova
Mamme No Smog Sud Milano
Circolo Legambiente “La nostra terra” di Borgosatollo, Castenedeolo, Ghedi e Montirone APS
Mamme Comitato Cittadini Calcinato
VENETO
Comitato No Grandi Navi
Salix in Mente – Padova
ODV Comitato difesa ambiente territorio Spinea
Forum Veneto Ambiente Salute Solidarietà
Opzione Zero Riviera del Brenta
Mamme NoPfas – genitori attivi – zone contaminate
Vicenza senza Elettrosmog
Comitato “Per il Bene Comune” – Vicenza
No alla Discarica di Torretta-Verona/Rovigo
Comitato popolare “lasciateci respirare” di Monselice (PD)
Stop 5G Veneto
No TaV Vicenza
Comitato ambiente Territorio Vicenza
Comitato Vicenza senza Elettrosmog
Ass. CiLLSA (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l’Ambiente, operante nell’Ovest Vicentino)
Comitato di Redazione PFAS.land
Comitato Acqua Bene Comune di Verona
Comitato No Pedemontana
Comitato Tutela Parco Faggi Sgaravatti
Zero PFAS Padova
EMILIA ROMAGNA
Comitato Notube – Prov. Piacenza
Comitato Terme e Val Trebbia – Piacenza
Circolo Legambiente Val Trebbia
Circolo Legambiente “Emilio Politi” Piacenza
Fipsas, sezione provinciale di Piacenza
SOS Adriatico – Emilia Romagna
Associazione Femminile Maschile Plurale – Ravenna
Attac Piacenza
TOSCANA
Acqua Bene Comune Pistoia
Alleanza Beni Comuni Pistoia
Comitato No Tunnel TAV di Firenze
Associazione Acqua alla Gola” – Massa
Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
Comitato di Salute Pubblica Piombino – Val di Cornia
Comitato Fermiamo la Guerra di Firenze
SOS – La Piana del Casone – Scarlino GR – Toscana
Obiettivo Periferia – Pistoia
Comitato No-Wi-Fi Toscana
Biodistretto del Montalbano
Alleanza Beni Comuni- piana fiorentina
MARCHE
Trivelle Zero Marche
LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia – Marche
Comitato NO Pedemontana Matelica
ENPA Marche
Brigate Solidarietà Attiva Marche
Laboratorio Falkatraz Onlus di Falconara marittima
Associazione “Ornitologi Marchigiani” APS
Gruppo Alterazione Climatica – Pesaro
Ondaverde onlus Falconara Marittima
Mal’aria Falconara Marittima
Lupus in Fabula Associazione Ambientalista
Ambiente e Salute nel Piceno
UMBRIA
Comitato No Snam – Umbria
Comitato No Devastazioni – Umbria

LAZIO
Rete Per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA
Collettivo No al Fossile Civitavecchia
Comitato S.O.L.E. Civitavecchia
Assonautica Acque Interne Lazio e Tevere
Rifiutiamoli
ABRUZZO
Coordinamento No Hub del Gas
Comitati Cittadini per l’Ambiente – Sulmona
Brigate Solidarietà Attiva Abruzzo
ERCI team Onlus
Comitato No Stoccaggio Gas Poggiofiorito (CH)
Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus
Abruzzo Social Forum
Comitato Familiari Vittime Casa dello studente – Rete nazionale Noi non dimentichiamo
Paese Comune – San Giovanni teatino
APS I Colori del Territorio – Spoltore – Pe
Comitato Difesa Comprensorio Vastese
Mobilitazione Acqua Gran Sasso
Forum H2O Abruzzo
“Orsa Pro Natura Peligna” SULMONA
Associazione IL SALVIANO – Centro Natura Marsica
Il Martello del Fucino
MOLISE
Comitato I Discoli del Sinarca – Molise
Associazione “Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus” Venafro
Trivelle Zero Molise
Ambiente Basso Molise
Fondazione “Lorenzo Milani” Onlus – Termoli
CAMPANIA
Comitato Donne 29 Agosto -Acerra
Italia Nostra Sezione di Salerno
Rete di Cittadinanza e Comunità- Terra dei Fuochi
Stop Biocidio
Mamme Vulcaniche
Noi genitori di tutti – Onlus
PUGLIA
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto
Salute Pubblica, Brindisi
Taranto Respira
Forum Ambiente Salute e Sviluppo di Brindisi
Famiglia Casto Marcello – del rione Tamburi di Taranto
Comitato No Compostaggio Erchie
Forum Ambiente Salute e Sviluppo di Brindisi
Comitato Legamjonici Taranto
Movimento NoTap/Snam Brindisi
Associazione GiorgioForever
Coordinamento No Triv – Terra di Taranto
Gruppo Tamburi Combattenti, Taranto
Verdi, Ambiente e Società Salento
Associazione APULIA Terra Natura Zampe Onlus
Ass. Verdi Solecheride
Il Popolo degli Ulivi Puglia
Associazione Terra Mia – Melendugno
Giustizia per Taranto
BASILICATA
Ass.Cova Contro Onlus
COMITATO MAMME LIBERE (di Policoro-Basilicata) per la tutela dei figli
GECO – Genitori Consapevoli Basilicata
“Mediterraneo No Triv”
No Scorie Trisaia – Basilicata
Associazione CITTA’ PLURALE Matera
SARDEGNA
Comitato No Megacentrale Guspini – Sardegna
Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna
Cagliari Social Forum
Comitato No Metano Sardegna
Comitato NO Galsi
SICILIA
Coord. delle Assoc. No Triv della Val di Noto
Coordinamento per il territorio contro la discarica Armicci-Bonvicino di Lentini – Siracusa
Associazione ADASC – Coordinamento Ambientale Valle del Mela
Italia Nostra Sezione Territoriale Val di Noto

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