Target Ue più alto sui rifiuti hi-tech

11 maggio 2011
Quattro chili per abitanti all’anno si recuperano, ma di altri 12 si perdono le tracce: il riciclo dei tecnoscarti ha fatto passi da gigante negli ultimi due anni e ha raggiunto il target fissato a livello europeo, anche grazie agli interventi normativi che hanno dato il via all’attuale sistema di gestione della raccolta dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). Ma molta strada resta ancora da fare, soprattutto considerando le nuove ipotesi di raccolta previste dalla Ue. Secondo l’ultimo rapporto del Centro di coordinamento Raee (Cdc Raee) nel 2010 in Italia si sono raccolti 245mila tonnellate di rottami di Raee (+ 27% dal 2009). In crescita (+17%) i centri di raccolta (3.564) ora presenti in circa 6.300 comuni. A fare la parte del leone (un terzo) nell’e.waste sono monitor e televisori. Risultati buoni, ma da superare, visto il testo di modifica della direttiva Raee, approvato in prima lettura al Parlamento europeo. «Il target di raccolta del 65% (espresso come rapporto tra il peso di Raee raccolti dal sistema e il peso dell’immesso sul mercato) o dell’85% (calcolato sul totale dei Raee generati in un anno) è estremamente difficile da conseguire» osserva Paolo Zocco Ramazzo, vicepresidente di Ecodom, consorzio che gestisce il 34% del totale trattato dai 15 sistemi collettivi aderenti al Cdc Raee.

Se altri Paesi partono avvantaggiati (la Svezia raccoglie 16 kg/abitante annui su un immesso di 22 kg) «l’Italia dovrebbe far crescere la raccolta a un tasso medio annuo di oltre il 30%, quando in Europa la crescita media degli ultimi tre anni è stata del 12%. Senza contare che viene fissato un unico target anziché obiettivi differenziati per i diversi raggruppamenti con la conseguenza che le apparecchiature meno pesanti non verrebbero raccolte, perché tutti cercherebbero di intercettare le apparecchiature di maggior peso» osserva Zocco Ramazzo.

Fondamentali per aumentare la raccolta, sono alcune linee di intervento quali «risolvere le problematiche del sistema (come la mappatura, il numero e la revisione dei requisiti dei centri raccolta), rafforzare il ruolo del comitato di vigilanza e controllo con la previsione di fondi, mantenere la responsabilità sul raggiungimento del target in capo allo Stato, unico soggetto in grado di coordinare e monitorare tutti gli attori a cui i consumatori possono conferire i Raee. Occorre poi diffondere una maggiore coscienza dell’importanza del riciclo». A questo proposito tra le più recenti iniziative di Ecodom – che il 24 maggio presenterà il 3° rapporto di sostenibilità – c’è la campagna lanciata con Legambiente (Raeeporter 2.0) in cui si invitano i cittadini a fare foto (e ora anche video) dei rifiuti abbandonati, segnalandoli sull’apposito sito internet (www.raeeporter.it) con il luogo di ritrovamento. Quasi 500 i messaggi arrivati nella scorsa edizione che hanno permesso al consorzio di contattare gli enti di competenza per il recupero dei rottami e il trasporto nelle isole ecologiche. Il consorzio ha raccolto nel 2010 circa 82mila tonnellate di Raee, ricavandone oltre 58mila tonnellate di ferro, 7mila di plastiche, 2.600 di alluminio e 1.600 di rame ed evitando l’immissione in atmosfera quasi 1,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Ecodom, che ha prodotto oltre 37 milioni di euro di valore economico (+10%), sostiene gli impianti di trattamento in base all’andamento delle materie prime (se in discesa riconosce un importo più elevato, viceversa se il valore sale) permettendo agli impianti di avere un ricavo costante e assicurare gli standard di qualità richiesti.

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