STUDIO EPIDEMIOLOGICO: UNA NUOVA STORIA SENZA FINE?

Le informazioni emerse durante l’incontro Skype dello scorso 21 gennaio con il sindaco Alfredo Ricci e l’assessore Dario Ottaviano obbligano la nostra Associazione ad esprimere forte preoccupazione in merito al prosieguo dello studio epidemiologico da noi fortissimamente voluto.

Ad un anno dalla firma della convenzione tra il Comune di Venafro e il CNR di Pisa per la realizzazione di uno studio di coorte residenziale basato sulla ricostruzione del profilo di mortalità e morbosità in associazione con i rischi ambientali e riguardante diversi comuni molisani della Piana di Venafro(Venafro; Conca Casale; Filignano; Montaquila; Monteroduni; Macchia d’Isernia; Pozzilli; Sesto Campano)l’accordo presenta ancora problemi legati alla gestione di dati sanitari.

Non vorremmo che lo studio epidemiologico finisca travolto nelle pastoie cui è già andato incontro il Registro dei Tumori della Regione Molise,che i cittadini molisani attendono oramai da sedici anni.

Ancora una volta la mancata soluzione di questioni ampiamente note – “problema privacy”, “problematiche legate al trasferimento dei dati da ente preposto al gruppo di lavoro”, “problematiche di riservatezza”– rischia di dare luogo a una storia senza fine. Ancora una volta, quindi,l’attendismo e la non risolutezza della politica vanno a detrimento dei cittadini. In definitiva, ancora una volta si perde tempo – tempo preziosissimo, visto che quello che è in gioco è la salute del nostro territorio e dei suoi abitanti –per risolvere problematiche tutt’altro che nuove. Le questioni poste ora, infatti, erano già state messe in evidenza alla vigilia della firma dell’accordo dalla nostra Associazione, memore dell’infelice esperienza vissuta con il Registro Tumori.

Ancora una volta – oggi come ieri, per lo studio epidemiologico come per il Registro Tumori – i cittadini sono obbligati a interrogare le amministrazioni coinvolte con richieste di accesso agli atti pur di conoscere la verità. Pertanto, la nostra Associazione – tagliata fin qui fuori da ogni informazione, costretta a sollecitare e attendere l’incontro finalmente accordatoci lo scorso giovedì – viene ora a trovarsi nella condizione di dover presentare una formale richiesta per acquisire tutta la documentazione relativa allo studio, nella speranza di riportare così trasparenza in una situazione divenuta ormai ai nostri occhi troppo nebulosa.

Troppe cose restano da capire e bisogna capirle con la massima urgenza. È necessario capire la posizione del Comune di Venafro e del CNR di Pisa. Ci chiediamo anzitutto: perché il Sindaco ha bloccato i pagamenti? Ci risulta addirittura che la cifra dovuta entro il 31.01.2020 a seguito  della firma della convenzione  dello studio non sia mai stata erogata: se così fosse, sarebbe incomprensibile. A questo punto, ci chiediamo anche: chi sta anticipando i fondi necessari alla lavorazione dei dati ambientali e anagrafici, se davvero questi – come riferito dal Sindaco – sarebbero già in fase elaborazione?

Noi crediamo che sia compito della politica perseguire il bene comune e per il bene comune impegnarsi a risolvere  senza indugi i problemi inevitabilmente sollevati da uno studio complesso come quello affidato alla sezione pisana del CNR, il più grande e prestigioso ente pubblico di ricerca italiano. Per chi si renda davvero conto della gravità dei problemi che investono il nostro territorio e i suoi abitanti non possono esistere criticità non risolvibili sulla via dello studio epidemiologico: non risolvere con rapidità le piccole criticità legate allo studio significherebbe, dal nostro punto di vista, non voler arrivare nel più breve tempo possibile a fondo delle ragioni che hanno reso lo studio necessario. Nel caso specifico, neppure l’eventuale insorgenza di spese ulteriori rispetto a quelle già preventivate può essere addotto a pretesto per non provvedere speditamente a tutto quanto necessario allo studio. Il comune di Venafro, infatti, dispone di fondi per il finanziamento dello studio superiori a quelli richiesti dal CNR: la cifra di 60mila euro dovuta al centro di ricerca pisano è stata infatti interamente coperta dalla Regione Molise; in più, 10mila euro sono stati versati nella casse del Comune di Venafro dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. Si ricorda, infine, che i comuni stessi coinvolti nello studio potrebbero – semmai ve ne fosse la necessità – fornire un ulteriore sostegno economico, stanziando i fondi che avevano assicurato prima dell’intervento economico della Regione Molise.

Mentre preparavamo la presente nota, apprendiamo che i contenuti – o meglio, una parte dei contenuti – dell’incontro svoltosi per nostra iniziativa sono già stati resi noti alla stampa. Dobbiamo tuttavia constatare che – al di là delle dichiarazioni di principio sull’importanza dello studio e l’impegno per la sua realizzazione – nessuna delle domande sollevate dalla nostra Associazione ha trovato puntuale risposta nelle dichiarazioni del Sindaco alla stampa, come già nel corso dell’incontro. Per questo, resta necessario prendere visione di tutta la documentazione  relativa allo studio tra il Comune di Venafro e il CNR di Pisa  . Se – come dichiarato dal Sindaco – da parte sua “il CNR ha messo in piedi tutta l’attività necessaria per avviare lo studio”, risulta tanto più incomprensibile perché il Comune di Venafro non abbia proceduto ai pagamenti per la realizzazione dello studio. Così come, risulta francamente risibile sostenere che “le difficoltà legate all’emergenza epidemiologica non hanno consentito di organizzare quegli eventi informativi inizialmente programmati”. La verità è che la comunicazione sullo studio è mancata anche in quelle forme in cui avrebbe potuto svolgersi pur nell’attuale contingenza sanitaria: incontri online; note sul sito istituzionale del Comune di Venafro; raccordo con la nostra Associazione. È mancata – tale comunicazione – al punto che solo oggi apprendiamo su nostro interessamento e sollecitazione che si sono accumulati ritardi e che i denari dei cittadini destinati al finanziamento dello studio restano bloccati nelle casse comunali. Ci auguriamo che, d’ora in poi, le informazioni sullo studio siano periodiche e puntuali e che non sia mai più necessario doverle sollecitare o dover formalmente accedere agli atti.

Noi non consentiremo che lo studio epidemiologico subisca ingiustificati rallentamenti o, peggio, finisca col naufragare. Nel finale del romanzo Il Vecchio e il Mare, Hemingway raccontava che il vecchio ebbe a catturare in alto mare il suo più grande pesce ma che, nel riportarlo a riva, il pesce fu spolpato dagli squali e in porto non ne arrivò che una misera lisca. Ecco, noi non permetteremo che lo studio epidemiologico – una grande conquista per il nostro territorio, un possibile primo passo sulla strada della verità – non giunga in porto. Lo difenderemo in ogni modo, con tutti gli strumenti che dovessero rendersi necessari e in tutte le sedi possibili. Lo dobbiamo ai tanti, troppi, che hanno a caro prezzo pagato sulla propria pelle le ferite inferte al nostro territorio.