VENAFRO: un altro caso di presenza di diossina nella carne di un bovino

Un nuovo caso di positività alla diossina in un capo di bestiame allevato a Venafro.
Lo hanno comunicato i consiglieri provinciali di Isernia di SEL in una conferenza stampa.

Il campione di carne bovina proveniente da un allevamento di Venafro è stato prelevato il 4 luglio scorso, nell’ambito del Piano straordinario denominato “Diossina Venafro”, presso un mattatoio di Isernia. Nella carne è stata riscontrata la presenza di diossina oltre i limiti previsti dal Regolamento CE n. 1881 del 2006. Il Piano straordinario “Diossina Venafro” è stato posto in essere dal Servizio Veterinario dell’Asrem dopo che è stato ufficializzato il primo caso di presenza di diossina oltre i limiti di legge in un campione di carne bovina prelevato nell’ottobre scorso in un mattatoio di Venafro e proveniente da un’altra azienda zootecnica del Venafrano. La notizia di questo primo caso è rimasta però nascosta per mesi. E’ stato necessario l’intervento del consigliere regionale Michele Petraroia e del Comitato “Mamme per la salute” per far venire fuori la notizia. L’Asrem ha confermato soltanto nello scorso mese di giugno. La notizia è rimasta praticamente “coperta” per dieci mesi. QUando è stata resa pubblica, anche su sollecitazione delle istituzioni locali, l’Asrem ha predisposto un piano per un monitoraggio più serrato e continuo delle carni provenienti dagli allevamenti del Venafrano ed è stato così scoperto questo secondo caso. Secondo quanto riferito dai consiglieri provinciali di SEL un altro caso solo per poco non ha superato i limiti, rimanendo nella norma. La positività del campione di carne è stato comunicato dall’AMbito territoriale di Isernia all’Assessorato regionale alla Sanità. “E’ un fatto grave – hanno evidenziato i consiglieri di SEL -, la circostanza che nel giro di pochi mesi siano stati registrati due casi di positività conferma che la situazione è davvero molto seria. A questo punto è necessario attivare un tavolo interistituzionale nel quale i vari enti interessati – Regione, Provincia, Comune di Venafro, Arpam, Asrem ecc. – predispongano un piano di monitoraggio serio, affidato a soggetti “terzi” e super partes evitando che ci sia confusione, come è accaduto finora, tra controllati e controllori”. Secondo i due esponenti vendoliani un fatto è certo: se c’è la diossina nella catena alimentare significa che vi sono nel territorio delle fonti di inquinamento. Diventa perciò prioritario individuare queste fonti di inquinamento ed adottare tutte le misure necessarie per evitare che continuino ad inquinare. Nella conferenza stampa è stato fatto rilevare come il territorio venafrano faccia registrare la presenza di due inceneritori che bruciano cdr a distanza di poche centinaia di metri uno dall’altro. “Si tratta di una questione prioritaria da affrontare in tempi ristretti – hanno affermato i due consiglieri di SEL – perché è in gioco la salute dei cittadini. Senza dimenticare che la zootecnica e l’agricoltura sono elementi essenziali dell’economia della zona e gli allevatori e gli agricoltori rischiano di essere vittime due volte di questa situazione: come cittadini esposti ai rischi per la loro salute e come operatori economici che rischiano di essere fortemente penalizzati. Perciò è urgente agire”. E’ stato anche chiesto di accelerare per concretizzare il progetto dei “Medici sentinella” in modo da avere un quadro delle patologie da fenomeni di inquinamento ambientale già presenti sul territorio. “Il Molise – è stato sottolineato – è l’unica regione italiana che non ha un registro dei tumori. Noi abbiamo proposto in Consiglio comunale a Venafro di attivare il progetto denominati “Medici sentinella” che con pochi fondi consentirebbe di monitorare le patologie derivanti da fenomeni inquinanti. La proposta è passata all’unanimità e il referente del progetto, dottor Santilli, si è dato da fare per realizzarlo. Ma ci sono problemi legati alla disponibilità di esigui finanziamenti necessari e alla scarsa attenzione dei medici di base, che dovrebbero essere i veri protagonisti di questo progetto, rispetto a questa operazione”. Infine sono stati evidenziati altri due aspetti. Il primo riguarda l’ulteriore pericolo rappresentato per il territorio venafrano dalla costruzione della centrale turbogas di Presenzano, senza dimenticare che c’è sempre il progetto della turbogas di Molisenergy che, come una spada di Damocle, pende sulla testa dei cittadini. Il secondo è relativo all’impegno, non mantenuto, dell’amministrazione comunale di Venafro di convocare un consiglio comunale monotematico su queste problematiche. “Era stato detto che si sarebbe tenuto nei primi giorni di luglio – è stato detto in conferenza stampa -, ma fino ad ora di questo consiglio monotematico non abbiamo alcuna traccia”.

 

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